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Sulpìcio Rufo, Sèrvio.

Uomo politico e giurista romano. Pretore nel 66 a.C., console nel 51 a.C., durante la guerra civile parteggiò per Cesare e ottenne il proconsolato in Acaia (46 a.C.). Incaricato dal Senato di condurre i negoziati con Antonio a Modena (43 a.C.), perì nel corso del viaggio. Lo si annovera tra i maggiori giureconsulti romani dell'età repubblicana. Ritiratosi nel 77 a.C. dall'attività forense, si dedicò alla giurisprudenza, avendo come maestri L. Lucilio Balbo e Aquilio Gallo. Criticò aspramente il celebre giurista Quinto Muzio Scevola, dando vita a una scuola giurisprudenziale detta dei "serviani", che si contrappose alla scuola muciana. Autore prolifico, delle sue numerose opere nessuna ci è giunta direttamente. A lui sono attribuiti i Reprehensa Scaevolae capita o Notata Mucii, il primo commento dell'editto pretorio Ad Brutum, almeno due libri De sacris detestandis (m. 43 a.C.).